Già nel finale del mio precedente libro, Il Rogo era germogliata l'idea di un finale aperto. Non ho avuto la forza di separarmi completamente dal mio personaggio, il colonnello dei Reali Carabinieri Andrea Uberti, lasciandolo in Libia a Misurata il 27 Marzo 1920. L’ho ripreso in Tango, creando un uomo profondamente cambiato, dandomi così la possibilità di aprire nuovi scenari, senza il cruccio di doverlo abbandonare.

Lo ritroviamo sul piroscafo Principe di Udine, in rotta per l'Argentina. Le grandi navi del passato, a partire dai velieri fino ai piroscafi delle grandi traversate atlantiche delle migrazioni, sono un'altra delle mie curiosità. Per ricreare la sceneggiatura del romanzo, ho attinto ai documenti e alle foto dei piroscafi degli anni trenta, sulla rotta per Buenos Aires.


 






Tango è ambientato nella Buenos Aires di inizio anni venti del novecento. Anche in questo caso ho consultato fonti storiche, giornali ed anche fotografie dell’epoca. Ho cercato di evitare così, pur nella libertà di narrare una mia storia, le incongruenze narrative. Per Tango ha aiutato anche la mia conoscenza diretta della città, da viaggiatore incallito quale sono. Ad esempio la foto di copertina è mia. 








Ecco invece le immagini del mio viaggio del 2008:








Con Tango ho partecipato alla quarta edizione del premio 1 Giallo X 1000 giungendo finalista. Il libro è stato pubblicato a Febbraio di quest'anno...fresco di stampa.







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